LE FESTE DEL SIGNORE
Festeggiamo Dio con le feste ebraiche, non per l’obbligo della legge,
ma per glorificarlo.
Vi sono 7 feste: 3 grandi e vissute in comunità (Pasqua, Pentecoste e Festa delle Capanne) e 4 da festeggiare in famiglia.
Le prime 4 feste riguardano eventi già avvenuti, le altre 3 profetizzano eventi che devono ancora accadere. Le festività, che derivano dal calendario lunare ebraico, sono molto importanti per dare una struttura alla famiglia.
In Israele Pessach, Festa degli Azzimi e Festa delle Primizie durano un’intera settimana e vengono festeggiate nei mesi di marzo e aprile.
La Festa delle Trombe, lo Yom Kippur e la Festa delle Capanne invece cadono tra settembre ed ottobre, vicine tra di loro.

Pasqua
Chiamata anche Pessach, nel Vecchio Testamento simboleggia l’uscita dalla schiavitù in Egitto (Esodo 12, Levitico 23:5 e Deuteronomio 16:1-8): il sangue di un agnello senza ossa rotte salva i primogeniti israeliti dalla morte; ugualmente il sangue di Gesù, morto senza ossa rotte, ci libera dalla morte del peccato (Salmi 34:20 “Egli preserva tutte le sue ossa; non se ne spezza neanche uno”). È una festa da fare nelle proprie case (Esodo 12:46 “Si mangi ogni agnello per intero in una casa. Non portate fuori casa nulla della sua carne e non gli spezzate neanche un osso”).
Festa degli Azzimi
Nel Vecchio Testamento è simboleggiata dal pane senza lievito (Levitico 23:6-8). Nel Nuovo Testamento simboleggia la discesa di Gesù nel regno dei morti; il lievito è paragonato al peccato, come nella Prima Lettera ai Corinzi 5:8 (“Celebriamo dunque la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità”). Gesù uscì dalla Geenna, perché la morte non aveva autorità su di Lui, era senza peccato! Ha preso e messo via il nostro peccato, sulla Croce. L’ira di Dio (la sua maledizione) cadde su Gesù.


Festa delle Primizie
Nel Vecchio Testamento simboleggia il primo raccolto dei campi (Levitico 23:9-14). Nel Nuovo Testamento simboleggia la resurrezione di Gesù, il primo frutto. Nella Prima Lettera ai Corinzi 15:20-23 Paolo spiega l’ordine: prima la resurrezione di Gesù, poi di tutti gli altri, quando Cristo ritornerà. Ogni prima cosa è sempre dedicata a Dio: il primo figlio, la prima chiesa, il primo guadagno, ecc.
Pentecoste
Chiamata anche Shavuot o festa delle Settimane, nel Vecchio Testamento è la festa che ricorda l’arrivo delle tavole della legge (Levitico 23:15-22 e Deuteronomio 16:9-12), festeggiata 50 giorni dopo la Pasqua. Nel Nuovo Testamento è l’arrivo dello Spirito Santo. La Pentecoste è la grande raccolta spirituale (Atti degli Apostoli 2:41 ”Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone”), con grandi conversioni di persone.


Festa delle Trombe
Chiamata Rosh Hashanà dai Giudei moderni, capita spesso a settembre e nel Vecchio Testamento simboleggia il riposo solenne alla fine dell’aratura (Levitico 23:23-25 e Numeri 29:1-6). Profeticamente al suono della settima tromba vi sarà il rapimento della chiesa (Prima Lettera ai Corinzi 15:51-52: “Non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati”); il Signore sarà annunciato dal suono di tromba, come in Zaccaria 9:14.
Yom Kippur
Il giorno del pentimento annuale di Israele, dell’espiazione (Levitico 23:26-32), il giorno di riconciliazione con Dio: ogni israelita confessa i peccati dell’anno passato; solo in questo giorno il sacerdote poteva entrare nel luogo santissimo. Nella Lettera agli Ebrei capitolo 10 viene spiegata la nuova alleanza tra Dio ed il suo popolo: possiamo festeggiare il significato della festa, il pentimento per i peccati miei, della chiesa e del mio paese (soprattutto nei confronti di Israele). Profeticamente è il momento in cui chi non accetterà di sottostare all’anticristo, il residuo eletto del popolo di Israele, verrà recuperato da Dio.


Festa delle Capanne
Chiamata anche Sukkot o festa dei Tabernacoli, nel Vecchio Testamento simboleggia la fine della stagione agricola, il riposo dal lavoro (Levitico 23:33-44 e Deuteronomio 16:13-17): è una festa gioiosa, di ringraziamento a Dio per ciò che ci ha donato nell’anno passato; ricorda il periodo in cui il popolo di Israele visse nel deserto in capanne (che significano la fragilità della vita terrena rispetto alla vita eterna); in questo giorno consegniamo qualcosa a Dio per ringraziarlo (in maniera spirituale o materiale). Profeticamente il Signore tornerà per la seconda volta nel mondo e salverà tutti quelli che lo hanno aspettato e sono sopravvissuti al martirio. Verranno giudicati i popoli e inizierà il regno millenario (Apocalisse 20:6).
